Uomini senza luna contro donne senza dee, è uno scontro che vediamo rappresentato su tutti i mass media da tempo e ogni giorno, sembra una piega nuova della nostra società in realtà ha radici molto lontane. Le “donne senza dee” e gli “uomini senza luna” sono due categorie del genere umano e si alimentano reciprocamente, dipendono però da una stessa radice, la mancanza di consapevolezza emotiva.
Se le donne come spiegato nel mio precedente scritto Donne senza Dee hanno capito che per riuscire a sopravvivere nella società patriarcale devono assumere comportamenti maschili a volte esagerati e trucidi, gli uomini continuano a vergognarsi delle emozioni e fanno fatica a trovare un modo per esprimerle, pensano che sia figo essere uomini duri ma non hanno capito che un uomo in contatto con la propri luna e le proprie emozioni ha molte più chances di riuscire vincente al giorno d’oggi di un uomo senza luna. Un uomo luna non è necessariamente gay, un uomo luna è un uomo che si comporta come le donne perché è in atto un ritorno al passato che può essere letto come un ritorno a schemi antichi descritto molto bene anche dalla mitologia classica.
Ci sono uomini e donne molto diversi che fanno cadere quel “senza” anche al giorno d’oggi, parlo delle “donne dee” moderne e degli “uomini luna” che potrebbero andare d’accordo senza limitarsi a vicenda ma questo cambiamento stenta ad apparire perché dipende dal fatto che per troppo tempo ciò che è legato alla dimensione lunare anche mitologica, è stato dipinto di nero e reso pericoloso.
Come possiamo pretendere che ognuno di noi contatti le emozioni senza sentirsi in colpa quando giungono messaggi di pericolo continuo legato alla dimensione emozionale. Esempi di questo sono sotto gli occhi di tutti: una delle malattie più gravi del nostro tempo porta il nome del quarto segno dello zodiaco per l’appunto (dato che il caso non esiste) sede tradizionale della luna astrologica; il colore arancione, sede del secondo chakra per la tradizione orientale, luogo dei liquidi e delle emozioni, appare ogni giorno per milioni di volte sui semafori delle nostre città, l’arancione è segnale di pericolo. Potrei continuare ma questi sono esempi che ti fanno capire come siamo immersi in una società che detesta le emozioni, anzi peggio, le ha fatte sue e le utilizza facendole diventare stimoli commerciali vedi gli emoticons che mettiamo sui post o i sentiment che vengono valutati dai social media manager. Ma le emozioni, quelle vere, devono essere vissute ed espresse davvero, le emozioni sono altro e nessuno ne deve avere paura se capisce che cosa sono.
La luna, sede delle emozioni simboliche, la vera luna è ribelle, non è una strega è la parte della tua personalità che vuole fare di testa sua e ha una scala di valori inversamente proporzionale a quella che possiede un maschio alpha ma non per questo sbagliata.
Se la luna e le sue emozioni non appaiono da nessuna parte, se la parte emotiva anzi meglio emozionale, viene gestita e dipinta sistematicamente come qualcosa di pericoloso, come possiamo pretendere che gli uomini e le donne prima di fare un gesto terrible possano sentire il cuore e pensare due volte prima di farlo ? Come possiamo pretenderlo ?
E’ necessario a mio parere un cambiamento radicale, deve cambiare qualcosa, dobbiamo ripartire da zero e spiegare a tutti che cosa sono le emozioni, le emozioni sono e quindi devono esistere. Nessuno deve imparare a gestirle ma al contrario deve imparare a sentirle anche senza riconoscerle, ognuno di noi deve sapere che esiste una parte della personalità che sfida gli schemi e che proprio per questo tinge di coloriture diverse la personalità che altrimenti sarebbe ovvia, limitata, eguale per tutti.
Nel mio prossimo libro di imminente pubblicazione solo su Amazon, cercherò dispiegare le radici di questa trasformazione, descriverò i profili di uomini con e senza luna cercando di spiegare che non c’è niente di male a far parte di una categoria piuttosto che di un altra.
Nel contempo ti invito a riflettere sue quello che hai letto, se lo desideri commenta.
Love you all.
Matteo
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